Vai al contenuto

Il nuovo accordo di sicurezza tra Cina e Isole Salomone

CSI BULLETTIN

19 giugno 2022

a cura di Edoardo Tagliabue

Il primo ministro delle Isole Salomone, Manasseh Sogavare, ha dichiarato davanti al proprio parlamento che il nuovo patto di sicurezza siglato tra la nazione insulare del Pacifico e la Cina, non minerà la sicurezza e la pace nella regione nel lungo periodo. La dichiarazione è avvenuta nel tentativo di alleviare le preoccupazioni degli Stati Uniti e dei suoi alleati sulla crescente influenza della Cina nel Paese. L’accordo ha l’obiettivo di concordare un’alleanza di sicurezza che permetta al governo delle Isole Salomone di richiedere l’intervento delle forze armate e di polizia cinesi in caso di situazioni di crisi interna. Sogavare ha chiesto ai propri alleati e partner commerciali di rispettare gli interessi sovrani delle Isole Salomone, assicurando che la decisione non avrà un impatto negativo o che l’accordo mini la pace e l’armonia della regione pacifica.

Le reazioni di perplessità degli Stati Uniti e di alcuni Paesi del Sud-Est asiatico sono state seguite da notevoli preoccupazioni: verso la metà del mese di aprile, una delegazione degli Stati Uniti si è recata nelle Isole Fiji per discutere di sicurezza regionale con il primo ministro Frank Bainimarama. Gli Stati Uniti, il Giappone, la Nuova Zelanda e l’Australia hanno condiviso le preoccupazioni sul patto di sicurezza con la Cina e sui seri rischi che potrebbe portare alla stabilità dell’Indo-Pacifico. Il Portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ha confermato che l’accordo prevede che la Cina aiuti le Isole Salomone nel mantenere l’ordine sociale e a far fronte ai disastri naturali, non rappresentando quindi un rischio per gli Stati Uniti. Tuttavia, secondo una bozza trapelata, il patto include tra le altre cose, disposizioni per la polizia cinese con la possibilità di sorvegliare e monitorare che le navi cinesi si riforniscano nelle Salomone senza rischio di ingerenza esterna.

La dichiarazione più importante di Sogavare in seno al parlamento è stata quella legata al fatto che il patto tra i due Paesi non include la possibilità per la Cina di stabilire una base militare sull’isola. È proprio sulla questione di una possibile installazione di una base militare cinese nelle Isole Salomone che si è sollevata la preoccupazione degli Stati Uniti. Forti preoccupazioni sono state evidenziate da Daniel Kritenbrink, assistente di Antony Blinken — Segretario di Stato USA — per l’Ufficio degli Affari dell’Asia orientale e del Pacifico, il quale ha dichiarato che la vera portata e i dettagli dell’accordo sono nelle mani di una cerchia ristretta dei due Paesi, confermando che Sogavare avrebbe condiviso i dettagli solo con il permesso di Pechino. «Abbiamo riferito al governo delle Isole Salomone che gli Stati Uniti avrebbero assunto contromisure qualora fossero stati fatti passi per stabilire una presenza militare permanente, capacità di proiezione di potenza o un’installazione militare nelle Isole Salomone», ha aggiunto Kritenbrink. Inoltre, la Casa Bianca ha rilasciato una dichiarazione affermando che gli Stati Uniti «seguiranno gli sviluppi da vicino in consultazione con i partner regionali, concordando, inoltre, di avviare un dialogo strategico di alto livello per migliorare la comunicazione e l’intesa tra gli Stati Uniti e le Isole Salomone». Il comunicato continuava sostenendo che entrambe le parti hanno concordato di discutere in modo più dettagliato le questioni di sicurezza di interesse reciproco, lo sviluppo economico e sociale, la salute pubblica, le finanze e il debito dell’Isola. Kurt Campbell, coordinatore per l’Indo-Pacifico, ha affermato che l’amministrazione Biden prevede di intensificare l’impegno diplomatico con i Paesi delle isole del Pacifico; infatti, dal 1993 l’ambasciata statunitense non è più presente sull’Isola. Il messaggio di Campbell, delineato in un summit d’affari tra Stati Uniti e Nuova Zelanda, arriva proprio nel mezzo delle crescenti preoccupazioni sulla presenza della Cina nella regione, sottolineata dall’accordo che Pechino ha firmato con le Isole Salomone.

A giudizio di chi scrive, potrebbe essere che le Isole Salomone — stipulando un accordo con la Cina — vogliano attirare l’attenzione degli Stati Uniti e dei partner e alleati regionali sulla situazione interna del Paese. Per cui, la minaccia di una possibile installazione militare cinese nell’Isola, e la conseguente smentita di Sogavare, potrebbero voler dire che il primo ministro voglia attirare aiuti economici al suo Paese e assumere un profilo internazionale molto più alto di quello che ha avuto nelle relazioni internazionali dai tempi delle battaglie durante la Seconda Guerra Mondiale sull’isola di Guadalcanal.